Le premesse erano queste: inviata alla 58 Biennale di Venezia in caverne di capelli psichedelici a suon di metal! Ecco qui, il Padiglione dell’Islanda che mi viene il dubbio abbia saccheggiato i nostri Siddha Medico Botanical Extract di Campo, la notte scorsa. Chissà, forse in Serenissima, sempre attenti all’attualità, hanno puntato su colori naturali legati all’ayurveda?
Se l’artista indaga il cromatismo infinito su materiali sintetici e naturali, i Siddha lo ottengono grazie a combinazioni di frutti, radici, fogli e fiori.

Una cosa è certa, però, nell’istallazione di Shoplifter, si entra homo sapiens e si esce cromo sapiens…Detto fatto.
L’esperienza è a metà tra l’inquietante e il seducente: suoni e texture confondono, i capelli arcobaleno travolgono, tutto è da toccare e si avverte un’inaspettata euforia. Ruberei una stalattite come extensions, forse neon e canti ipnotici inducono alla cleptomania? Non infrango la legge (saggia, a volte) così opto per i Siddha e i miei capelli ringraziano, infatti, sono fitopigmenti che agiscono a pH acido e non necessitano di ossidanti per sviluppare il colore.

Ma la favola dov’è? Tra bozzoli, alberi, cascami dal cielo e smarrimento in quello luogo immaginario il capello colorato perde la sua funzione di protezione, in una spumosa atmosfera, tutto alimenta la ricerca di uno spazio interiore che piano piano si allarga nel proprio corpo.
Arrivata alla terza caverna bianca e pastello ho capito: l’arte ha il dovere di sviluppare la bellezza interiore, la cosmesi di renderla manifesta.

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