NEL 2050 SALVATI DA UN’ALGA?

L’Osservatorio Bregaglio va a caccia di futuro nell’ installazione Mitigation of Shock ideata dallo studio anglo-indiano Superflux. Siamo nel 2050 in un appartamento di Londra adattato per vivere le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Uno degli ‘abitanti’ condivide con noi la propria esperienza in un mondo trasformato dall’insicurezza alimentare e dalle condizioni estreme.

Le alghe scopriamo potrebbero salvarci e come non pensare a Symrise le sue microalghe estratte con la bluetecnologia a basso impatto ambientale?  Le microalghe sono una fonte sostenibile di proteine e di energia, una sorgente di molecole bioattive e mostrano innumerevoli applicazioni nel cosmetico: antirughe, anti-infiammatoria, protezione delle cellule dall’azione ossidante di metalli o radicali liberi e con effetto rimpolpante. Sono forse i nuovi ingredienti cool per la ‘sopravvivenza’ della bellezza?

VIVERE NEL 2050

Le proiezioni mostrano che nei prossimi decenni il Regno Unito e il Nord Europa avranno forse problemi enormi con difficoltà alimentari, meteo e scarsità di risorse. L’obiettivo dell’installazione non è spaventarci ma prepararci alla sfida con un senso di speranza…

Varchiamo la porta di questa realtà a led, aliena ma stranamente familiare: i giornali scartati e un programma radiofonico riflettono le tensioni di questo nuovo mondo; le ricette in cucina rivelano nuove abitudini: hamburger di vermi e stufato di volpe.Sparsi per l’appartamento ci sono frammenti di un futuro che non si è ancora materializzato.

Fuori dalla finestra una Londra irriconoscibile: rifugi improvvisati e abitazioni occupate da persone sfollate a seguito dell’innalzamento del livello del mare. Le serre sono sparse sui tetti alimentate da lampade fogponics la cui nebbia consente alle piante di assorbire più nutrienti, usare meno acqua e crescere più velocemente.

Ci lasciamo alle spalle l’appartamento immerso nell’oscurità storditi da tanta fanta-ecologia. Ci sentiamo così come i player di un visionario videogame ma ci rimane un dubbio… l’arte al tempo del climate change vede l’uomo come il Lupo o Cappuccetto Rosso?

 

 

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